L’Imprenditore – MEDITERRANEAN HOSPITALITY E IL VALORE DELLA FILIERA CORTA

Il gruppo turistico della provincia di Vibo Valentia punta con decisione su prodotti e fornitori locali. Una scelta che incontra il favore della clientela non solo domestica ma anche straniera, che arriva soprattutto da Europa e Nord America. Impegnata attualmente in lavori di riqualificazione in vista della prossima stagione, la proprietà punta ad acquisire altri due nuovi hotel entro il 2024, come ci racconta l’Ad Luca Giuliano

Per sette mesi l’anno, affacciate sulla splendida Costa degli Dei, tre realtà alberghiere della fascia Premium e Luxury contribuiscono a far conoscere ai turisti di molte parti del mondo le indubbie qualità di questa zona della Calabria. Le proprietà di Mediterranean Hospitality – 8,5 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 240 dipendenti –, gruppo con base operativa a Ricadi, in provincia di Vibo Valentia, Capovaticano Resort, Villa Paola e Baia del Sole rappresentano un punto di vista privilegiato su quanto è in grado di offrire una regione che prova a migliorarsi anche attraverso l’innovazione veicolata dalle aziende del territorio.

VILLA PAOLA

Idee che Luca Giuliano (nella foto in alto), fondatore e amministratore delegato del gruppo del vibonese, ha iniziato ad applicare a partire dal 2017, credendo nelle potenzialità di questo tipo di rinnovata visione gestionale. “Negli ultimi anni c’è stata, tangibile, un’evoluzione che è passata da tanti cambiamenti adottati in un’ottica più ampia rispetto a quella specificatamente turistica – spiega Giuliano –. Volendo provare a dare nuovi stimoli al contesto in cui sono situate le nostre strutture, ci siamo dedicati, tra le altre cose, alla valorizzazione di figure essenziali come i fornitori. Focus molto selettivo e capillare che punta su un’ecosostenibilità garantita dal fatto che il 94% dei prodotti proposti alla clientela è calabrese. Noi crediamo, infatti, che dare la giusta importanza al ‘km zero’ sia fondamentale e assolutamente fattibile: il ruolo di aziende strutturate come la nostra, penso debba essere pure quello di prendere posizione ed esaltare il lavoro dei produttori di prossimità che vogliono distinguersi nella ricerca della massima qualità”.

Scelte per certi versi coraggiose se si pensa che i tre luoghi di vacanza gestiti da Mediterranean Hospitality propongono ai propri clienti un cambiamento di abitudini non sempre facile da far metabolizzare in fretta. “Da qualche tempo abbiamo deciso di provare ad educare il consumatore, proponendo, ad esempio, la sostituzione di soft drink di grandissimi marchi con bevande locali. E così, durante la stagione appena conclusa, siamo riusciti a far bere a chi è venuto a trovarci la quasi totalità di bevande tanto non convenzionali quanto buone. Un modus operandi che non vuole assolutamente scadere nel presuntuoso e che è stato compreso dalla clientela con l’aiuto di una adeguata comunicazione”, sottolinea l’ad del gruppo alberghiero calabrese, parecchio soddisfatto anche dalla risposta arrivata, in termini di fatturato, durante la stagione 2022.

“Sì, è stata un’annata molto positiva, in cui siamo complessivamente cresciuti di poco meno del 25%. Tornati dopo qualche anno i turisti statunitensi e canadesi, abbiamo assistito ad un consistente sviluppo del mercato interno come pure ad un consolidamento delle presenze da Austria, Svizzera e Germania – conferma Giuliano –. Pensiamo, inoltre, di avere margini di miglioramento da Francia, Inghilterra e Belgio, mentre vogliamo esplorare in maniera più concreta i possibili flussi provenienti da Polonia e Repubblica Ceca”. Progetti che vanno di pari passo con tutto quello che deve essere necessariamente fatto nei mesi di chiusura, momento in cui si cerca di pianificare il futuro prossimo. “Come accade a molti, non ci fermiamo mai. E per alcuni dipartimenti di Mediterranean Hospitality c’è addirittura più lavoro rispetto a quando siamo aperti al pubblico. Tra gli interventi già programmati ci sono quelli relativi alla riqualificazione di parti delle strutture e del parco digitale, soprattutto in questo frangente storico impegni di grande portata economica e con margini d’errore bassissimi”.

Una gestione delle proprietà immobiliari del gruppo che non può prescindere, come detto, anche da aspetti legati alla sostenibilità ambientale. “Ottimizzare l’offerta attraverso scelte di campo precise crediamo possa far bene pure al pianeta su cui viviamo – chiarisce il fondatore di Mediterranean Hospitality –. Quindi stiamo molto attenti a tener chiuse le porte degli hotel per non far disperdere il freddo dispensato dai condizionatori, come anche a coinvolgere la clientela nella frequenza del cambio di lenzuola ed asciugamani. Adesso, poi, siamo alla ricerca di un partner che ci aiuti a misurare l’impatto delle nostre emissioni di CO2 e a controllare altri valori, tutte cose che penso dovrebbero essere obbligatorie”. Colpite dalla crescita dei prezzi di energia e materie prime, le tre strutture alberghiere hanno dovuto pure fare i conti con aumenti delle bollette nell’ordine del 110% rispetto al 2021. “Una vera batosta quella dei costi dell’energia, colpo che, al pari di quello arrivato dal gas, abbiamo sentito eccome”.

Convinti nel giro dei prossimi due anni di poter fare la differenza in un territorio che conoscono molto bene, i vertici del gruppo calabrese stanno impegnandosi per acquisire due nuove gestioni di hotel entro il 2024, creando parallelamente un proprio brand. “Sarà il prodotto della visione che abbiamo sul lungo periodo, un insieme di valori in grado di farci capire che genere di azienda siamo. In più vorremmo riposizionarci ulteriormente sul mercato e così riuscire a portare lo chic che manca nella nostra regione”, conclude Luca Giuliano.

 

VISTA AEREA DI CAPOVATICANO RESORT