L’Imprenditore – ITC, LA STARTUP CHE DONA NUOVA VITA AI CELLULARI

Vedere i rifiuti come un’opportunità. È questo il principio che ha ispirato Boris Tuzza quando nel 2019 ha fondato la ITC, specializzata nel ricondizionamento degli smartphone. Il mercato gli ha dato ragione e in questi anni il fatturato è costantemente cresciuto e per il 2022 si attesterà, secondo le previsioni, a 4 milioni di euro. L’80% arriva dall’estero, ma l’impresa resta ancorata nella provincia di Varese, “nell’ottica di restituire qualcosa al territorio in cui siamo nati”, spiega il Ceo

Avete mai pensato a quanto spreco di materiali e risorse corrisponda il fine vita di un device tecnologico come un telefonino, se non riciclato? E al perché, solitamente, gli smartphone finiscano abbandonati in qualche cassetto polveroso di casa oppure in discarica, senza trovare nuova vita? A queste e molte altre domande cerca di dare risposta la ITC Srl di Oggiona con Santo Stefano, in provincia di Varese, una startup innovativa nata poco più di tre anni fa, con l’obiettivo di dare un nuovo significato allo scarto dei cellulari. E ITC lo fa attraverso un processo altamente tecnologico di rigenerazione, basato sui principi dell’economia circolare.

“Considerati da sempre come una fonte di waste, ovvero qualcosa in cui nessuno riesce a vedere valore, i cellulari sono il nostro core business. Eppure, non è detto che il valore non ci sia per davvero. Ecco, per noi quello scarto è un’opportunità. Non a caso ‘i rifiuti come opportunità’ è il principio che ci ispira, su cui intendiamo costruire il nostro domani e quello delle generazioni future. Secondo questo principio, infatti, attraverso i nostri prodotti perseguiamo una sostenibilità economica, sociale ed ecologica, aspetto non negoziabile per lo sviluppo futuro”, spiega Boris Tuzza (nella foto in alto), Ceo e fondatore della ITC (acronimo di Italian Technological Company).

 

IL MARCHIO RECALL FIRST HAND CON IL QUALE LA STARTUP COMMERCIALIZZA I CELLULARI RICONDIZIONATI

La storia di ITC muove i primi passi nel 2019, anno in cui vede la luce come startup innovativa, con radici profonde sul territorio ma un’attitudine internazionale e un approccio industriale. Il focus su cui si basa il modello di business industriale pensato e ideato da ITC è il mercato degli smartphone ricondizionati, portato avanti con il marchio Recall First Hand, capace di dare nuova vita ai dispositivi, riducendo l’impatto inquinante e lo spreco che lo smaltimento precoce genererebbe.

“L’idea è di superare la figura dei ‘semplici’ riparatori per arrivare dove il produttore stesso non è riuscito, grazie a tecnologie innovative – racconta Tuzza –. In altre parole, vendiamo smartphone seconda vita, garantendone una funzionalità pari al nuovo, perciò, immettiamo sul mercato prodotti con una serie di servizi aggiuntivi sviluppati su misura per le esigenze dei clienti”. A dimostrare le potenzialità di questo mercato sono i numeri della startup varesina: nel 2019 il fatturato di ITC era di 110mila euro, l’anno successivo è salito a 560mila, nel 2021 è arrivato a quasi 3 milioni e le previsioni per il 2022 si attestano sui 4 milioni di euro. Il tutto con operative, al momento, solamente cinque persone.

 

La fetta maggiore del fatturato della startup fondata da Boris Tuzza (per la precisione l’80%) proviene dai mercati esteri, eppure la scelta di rimanere in Italia è precisa: “Varese è una zona strategica, con un tessuto sociale e imprenditoriale ben innestato e attivo. Puntiamo comunque a diventare leader in Italia anche se, attualmente, solamente il 20% del nostro fatturato rimane entro i confini nazionali e la provincia di Varese è il punto perfetto da cui partire con questo sviluppo”.

In questo quadro, l’espressione made in Italy assume ancora più significato: “È un aspetto su cui vogliamo puntare molto, nell’ottica di restituire qualcosa al territorio in cui siamo nati e stiamo crescendo. Lo scopo è quello di riportare alcuni asset tecnologici strategici in patria: nel nostro piccolo ripartiamo dalla rigenerazione dei cellulari per salvaguardare l’ambiente”, spiega di nuovo Tuzza.

Il vero punto di forza di ITC, tuttavia, è il continuo investimento in tecnologia: grazie a laboratori di prova qualificati, infatti, la startup con sede a Oggiona con Santo Stefano è in grado di realizzare oltre 40 controlli tra test e collaudi sui dispositivi. “Le tecnologie che stiamo sviluppando in ITC – precisa Tuzza – possono fare da apripista alla rigenerazione di altri prodotti in settori anche molto diversi. La conoscenza profonda e radicata di questa tecnologia ci sta portando a capire come integrarla al meglio all’interno di altri processi”.